10 Dic Cuore di cane
AUTORE
Michail Afanas’evič Bulgakov (1891-1940)
ANNI DI REDAZIONE
1925 (marzo-gennaio) e 1937
ANNO DI PRIMA PUBBLICAZIONE IN LINGUA RUSSA
1968
CASA EDITRICE
Flegon Press
LUOGO DI EDIZIONE
Londra
ANNO DI PRIMA EDIZIONE
1968
DESCRIZIONE:
Michail Bulgakov compose Sobač’e serdce (Cuore di cane) tra gennaio e marzo del 1925, dopo che si era espresso pubblicamente contro la censura e la burocrazia sovietica, nella prima fase della NEP. Non a caso gli eventi narrati si svolgono a Mosca nel dicembre 1924, e vedono protagonisti il dottor Preobraženskij, il suo assistente Bormental’ e il cane Šarik, che viene sottoposto dai primi due al trapianto dell’ipofisi con la conseguente metamorfosi in Poligraf Poligrafovič Šarikov, un umanoide che personifica le distorsioni del nuovo corso sovietico. Il testo bulgakoviano risente dell’eugenetica e dei trapianti di ghiandole di cui furono pionieri il biologo russo emigrato Sergej Voronov (poi Serge Voronoff) e il viennese Eugen Steinach, e si colloca in un preciso filone della letteratura fantascientifica europea, che coinvolge diversi illustri contemporanei, da Herbert G. Wells con L’isola del dottor Moreau sino a Italo Svevo con La rigenerazione.
Bulgakov, che si era di recente cimentato nel romanzo di impianto storico Belaja Gvardija (La Guardia Bianca), uscito in parte nel 1925 sulla rivista “Rossija”, nel corso del 1924 aveva già dato prova di sé nel genere fantascientifico con Rokovye jajca (Uova fatali), un racconto pubblicato su “Nedra” (n. 6, 1925), rivista diretta da Nikolaj Angarskij. Lo stesso editore non poté invece pubblicare la povest’ Cuore di cane, in quanto al motivo fantascientifico qui si abbinava una evidente critica al potere sovietico (cf. Strada 1967: 8). La satira politica bulgakoviana, sino a quel momento emersa attraverso il genere del feuilleton, con Cuore di cane varco il limite della tollerabilità; non a caso, Lev Kamenev bloccò subito la diffusione della povest’. Il 7 maggio 1926, l’OGPU di Feliks Dzeržinskij perquisì la casa di Bulgakov e confiscò il manoscritto di Cuore di cane insieme ai diari dello scrittore. In quello stesso periodo Bulgakov si affermava al MChaT, dove gli fu proposto di mettere in scena Cuore di cane (accordo firmato il 2 marzo 1926 e stralciato il 19 aprile 1927). Al teatro, il successo arrivò con Dni Turbinych (I giorni dei Turbin), una riduzione scenica di Guardia Bianca molto apprezzata da Stalin, a tal punto che nel 1932 il Segretario del partito salvò anche l’opera dalla scure della censura, dopo che questa nel 1929 ne aveva interrotto la messa in scena. Nel frattempo, alla fine degli anni Venti, Bulgakov aveva messo mano a Master i Margarita e, grazie a Maksim Gor’kij, aveva ottenuto indietro la copia del manoscritto di Cuore di cane, testo che rielaborò senza sostanziali cambiamenti anche tra il 1935 e il 1937. Nonostante ciò, Cuore di cane non fu pubblicato, e dopo la morte dello scrittore, il testo circolò per lungo tempo nei canali del samizdat.
Tre sono le redazioni conservatesi sino ad oggi. Solo nel 1967, successivamente alla fragorosa pubblicazione di Maestro e Margherita, romanzo “sconcertante”, a detta di Montale, Cuore di cane dal samizdat arrivò in Occidente, in redazioni rimaneggiate e, secondo la vedova dello scrittore, Elena Bulgakova, non attendibili; un rischio, quello dell’imprecisione filologica dei manoscritti, oggettivamente frequente per quanto riguarda le edizioni circolate nel solo samizdat. Sul finire del 1967, in italiano il testo trovò la via della pubblicazione per l’editore De Donato di Bari, nella traduzione di Maria Olsoufieva, con la collaborazione di Chiara Spano De Cet (cf. Bulgakov 1967). Grazie alla nuova edizione di Guardia Bianca e alle novità assolute di Maestro e Margherita e di Cuore di cane, il 1967 fu “l’anno di Bulgakov”. Ciò nonostante, dalle pagine del 5 dicembre 1967 de “L’Unità”, Vittorio Strada riconobbe un limite filologico nella prima traduzione di Cuore di cane: “nell’Unione Sovietica non è stato ancora edito. Il testo dattiloscritto, tuttavia, circola a Mosca e altrove, e una sua copia giunta in Italia, è stata tradotta. Ci auguriamo che una prossima edizione sovietica di questo racconto non solo permetta ad ogni lettore sovietico di conoscerlo, ma ce ne dia un testo attendibile” (p. 8). In terra sovietica sarebbero passati altri venti anni prima che l’opera vedesse la luce, mentre le prime pubblicazioni in russo, piuttosto discordanti tra loro, apparvero nel 1968 su rivista, prima a Londra, sui numeri 9 e 10 di “Student – žurnal avangarda sovetskoj literatury”, e poi a Francoforte sul Meno, sul n. 69 di “Grani”; questa seconda pubblicazione risultava piuttosto incompleta. Grazie all’intervento diretto di Elena Bulgakova, il testo fu revisionato sulla base della redazione uscita per “Student”, e fu pubblicato in una edizione autonoma da YMCA-Press di Parigi, nel 1969. Negli anni seguenti, il successo di Cuore di cane fu amplificato dalla sceneggiatura del regista Alberto Lattuada; la sua riduzione cinematografica uscita nel 1976, che vantava tra gli interpreti Max von Sydow nel ruolo di Preobraženskij, fu molto apprezzata dalla critica. In questi anni in Italia si registrano nuove traduzioni e convegni dedicati all’opera bulgakoviana, con approfondimenti critici sul testo, mentre in Unione Sovietica, Cuore di cane trovò la via della pubblicazione nel 1987, sul n. 6 di “Znamja”, in una redazione a cura di Marietta Čudakova. Subito dopo, nel 1988 la riduzione televisiva di Vladimir Bortko ottenne un immediato successo di massa, consacrando Cuore di cane ad opera di culto. Solo nel 1989, grazie al lavoro di ricerca di Lidija Janovskaja, nella raccolta in due volumi M. Bulgakov, Izbrannye proizvedenija (Kiev, Dnipro editore), fu pubblicata la redazione più completa e rivista, che rispecchiava l’ultima volontà di Bulgakov.
BIBLIOGRAFIA:
G. Baselica, Bulgakov nell’Italia della contestazione, “Rivista Tradurre”, 16 (2019), https://rivistatradurre.it/2019/05/michail-bulgakov-nellitalia-della-contestazione/ online (10/2019).
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M. Bulgakov, M., Cuore di cane: ovvero endicronologia della NEP, trad. a cura di M. Olsoufieva con la collaborazione di C. Spano De Cet, De Donato, Bari 1967.
M. Bulgakov, M., Cuore di cane. Il romanzo e la sceneggiatura di Alberto Lattuada, trad. di M. Olsoufieva, nota critica di L. Lombardo Radice, De Donato, Bari 1975.
A. M. Ripellino, L’anno di Bulgakov [Recensione a: M. Bulgakov, La Guardia bianca, trad. di E. Lo Gatto, Torino, Einaudi, 1967 e M. Bulgakov, Cuore di cane: ovvero endicronologia della NEP, trad. a cura di M. Olsoufieva con la collaborazione di C. Spano De Cet, Bari, De Donato,1967], “Corriere della sera”, 26/10/1967, p. 11.
A.M. Ripellino, Introduzione, in M. Bulgakov, Cuore di cane: La storia di un uomo-cane nella Mosca del 1925, Trad. di G. Crino, BUR Rizzoli, Milano 1975, pp. 9-15.
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R. Giuliani, Il tema del ringiovanimento in Michail Bulgakov e in Italo Svevo (Cuore di cane e la rigenerazione), “Toronto Slavic Quarterly”, 64 (2018), pp. 1-16. http://sites.utoronto.ca/tsq/64/Giuliani64.pdf (online) 10/2019.
V. Strada, L’uomo-bestia del nuovo Gogol’, “l’Unità”, 05/12/1967, p. 8.
Tamizdat, Michail Bulgakov, http://tamizdatproject.org/ru/author/mikhail-bulgakov (web) 10/2019.
[Marco Sabbatini]
[scheda aggiornata al 29 novembre 2019]