La scuola degli sciocchi

La scuola degli sciocchi

AUTORE:
Saša Sokolov (1943- )

ANNI DI REDAZIONE:
1972-1973

ANNO DI PRIMA PUBBLICAZIONE (in russo):
1976

CASA EDITRICE:
Ardis

LUOGO DI EDIZIONE:
Ann Arbor, Michigan

DESCRIZIONE:
Il romanzo La scuola degli sciocchi (Škola dlja durakov), che ha proiettato il nome del suo autore direttamente nel panorama della migliore letteratura russa del secondo Novecento, è il primo romanzo di Aleksandr Sokolov e nasce nei primi anni Settanta nell’insolita fucina letteraria della tranquilla campagna russa presso Tver’, lungo il Volga. Qui nella tenuta di caccia di Bezborodovo trova rifugio (e lavoro, come guardiacaccia) il giovane Sokolov, abbandonata Mosca: la fuga costante dai centri e dalla vita pubblica (esperienze poetiche di gruppo, come quella tra gli smogisty, incluse) caratterizzava lo scrittore allora così come continua a farlo oggi. A Bezborodovo Sokolov trascorre un anno e mezzo, dal maggio del 1972 al novembre del 1973, durante il quale vede la luce il suo primo romanzo, che firma, come i successivi, semplicemente con il diminutivo Saša Sokolov.

Si tratta di un’opera che in Unione Sovietica non poteva sperare di essere pubblicata – non tanto per il suo contenuto, da cui per altro la dimensione di critica (politica, ideologica, sociale) è assente, quanto per la sua forma riecheggiante il modernismo in cui parte della critica, soprattutto nella Russia post-sovietica, ha visto anche germi del futuro post-modernismo russo (così, ad esempio, nelle storie letterarie a cura di Mark Lipoveckij, Irina Skoropanova, Vjačeslav Kuricyn). Il romanzo, infatti, vede al centro la figura dello “scolaro tal dei tali”, un ragazzo affetto da sdoppiamento di personalità che intrattiene nel corso dell’opera un lungo monologo/dialogo con il suo altro sé. Pur non toccando, né commentando la realtà sovietica, che resta come ambientazione sullo sfondo, la prospettiva del ragazzo sul mondo circostante è straniante, in quanto soggettiva e personale. Lo “scolaro tal dei tali” smonta la logicità apparente della realtà – in primo luogo, la linearità del tempo e la legge di causa-effetto – proponendo una visione differente, “assurda”, quanto possibile e vera, almeno per lui. Il manoscritto di Škola dlja durakov, quindi, prenderà altre strade: lo scrittore, una volta conclusa la stesura, non prova nemmeno a proporlo per la pubblicazione in URSS. Una prima circolazione avviene in questi mesi mediante i canali del samizdat, tra gli amici e conoscenti dell’autore.

Quando Sokolov, dopo un lungo ed estenuante iter e grazie anche all’intercessione del cancelliere austriaco Bruno Kreisky, riesce a ottenere l’autorizzazione all’espatrio e lascia Mosca per Vienna l’8 ottobre del 1975, il manoscritto del romanzo si trova così già oltreoceano, tra le mani dei coniugi Proffer della casa editrice Ardis di Ann Arbor (Michigan) che lo pubblicheranno l’anno successivo. Negli Stati Uniti era, infatti, arrivato grazie a Johanna Steindl, una giovane insegnante austriaca di tedesco che Sokolov aveva conosciuto a Mosca, poi divenuta sua seconda moglie. Steindl era riuscita a portare con sé a Vienna il manoscritto e da lì, a spedirlo alla Ardis, dove pervenne, per motivi mai chiariti, attraverso Alessandria d’Egitto. Come ha raccontato in alcune interviste Ellendea Proffer, la stampa del testo era sbiadita, di difficile lettura. Fu Marija (Masha) Slonim, che all’epoca lavorava in Ardis, a leggerlo per prima e notarne il valore. Persino Vladimir Nabokov ne celebrò allora il talento in maniera per lui inconsueta e le sue parole – «обаятельная, трагическая и трогательнейшая книга» (un libro affascinante, tragico e incredibilmente commovente) – hanno da allora accompagnato ovunque Škola dlja durakov.

Il grande successo dell’opera prima del giovane autore emigrato fu sancito allora non solo dalle innumerevoli recensioni positive pubblicate sulle maggiori riviste samizdat in lingua russa dell’epoca, da «Russkaja mysl’» (Parigi) a «Posev» (Francoforte sul Meno), ma anche dal numero di traduzioni realizzate negli anni immediatamente successivi – nello specifico, quelle inglese (1976), tedesca (1977) e olandese (1978). Negli anni Ottanta e Novanta il romanzo è entrato poi nelle librerie polacche, svedesi, jugoslave, francesi, brasiliane, danesi, spagnole. Come si evince dai materiali conservati presso la Sasha Sokolov Collection (fondo Mss 117) dell’Università di Santa Barbara in California, Mondadori si interessò ai diritti di traduzione già nell’aprile del 1976, non portando, però, a termine le trattative contrattuali. In Italia La scuola degli sciocchi è, quindi, uscito solo nel 2007 per Salani, nella traduzione di Margherita Crepax. In Unione Sovietica il primo estratto del romanzo venne pubblicato sulle pagine di «Ogonëk» nell’agosto del 1988, con prefazione di Tat’jana Tolstaja, mentre l’anno successivo uscì in versione integrale su «Oktjabr’», seguito da un commento di Andrej Bitov.

 

EDIZIONI IN LINGUA RUSSA:
S. Sokolov, Rasskazy, napysannye na verande, in «Russkaja žizn’», 20/02/1976, p. 3 e 21/02/1976, p. 3 [estratti dall’ancora inedito Škola dlja durakov].
Id., Škola dlja durakov, Ann Arbor, Ardis 1976 [edizione integrale].
Id., Škola dlja durakov, in «Ogonëk», n. 33, 13-20 agosto 1988, pp. 20-23 [estratto, con prefazione di Tat’jana Tolstaja].
Id., Teper’, in «Sel’skaja molodež’», n. 3, 1989, pp. 32-37 [estratto].
Id., Škola dlja durakov, in «Oktjabr’», n. 3, 1989, pp. 75-156 [edizione integrale, con commento di Andrej Bitov].
Id., Škola dlja durakov, in Id., Sobranie sočinenij v 2-ch tt., Simpozium, Sankt-Peterburg 1999, t. 1 [edizione integrale all’interno dell’opera in due volumi di S. Sokolov].
Id., Škola dlja durakov, Moskva, OGI 2013 [con illustrazioni di Galja Popova; ristampa nel 2016].

TRADUZIONI:
S. Sokolov, Nymphea, translated by Carl Proffer, in C. Proffer, E. Proffer (eds.), The Ardis Anthology of Recent Russian Literature, Ardis, Ann Arbor 1975, pp. 391-420 [estratto dall’ancora inedito A School for Fools].
Id., Savl, translated by Carl Proffer, «Chicago Review», 1976, XXVIII, 1, pp. 4-28 [estratto dall’ancora inedito A School for Fools].
Id., A School for Fools, translated by Carl Proffer, Ardis, Ann Arbor 1977.
Id., Die Schule der Dummen, übersetzt von Wolfgang Kasack, Suhrkamp Verlag, Frankfurt 1977.
Id., School voor gekken, vertaling van Gerard Cruys, Bezige Bij, Amsterdam 1978.
Id., Szkoła dla Głupków, przeł. Aleksander Bogusławski, Kontra, Londyn 1984.
Id., Skola for dårar, till svenska av Annika Bäckström, AWE/Gebers, Stockholm 1984.
Id., From “A School for Fools”, translated by Carl Proffer, in C. Brown (ed.), The Portable 20th Century Russian Reader, Viking Press, New York 1985, pp. 586-595 [estratto].
Id., Škola za ludake, prevod Radmila Mečanin, Biblioteka Albatros – Filip Višnjić, Beograd 1988.
Id., L’ecole des idiots, trad. du russe par Françoise Monat, Edition Zoé, Genève 1991.
Id., Escola para bobos, tradução do russo por Konstantin Asryantz e Svetlana Kardash, Ars Poetica, Sao Paulo 1993.
Id., Dåreskolen, oversat af Jan Hansen, Munksgaard-Rosinante, Copenhagen 1994.
Id., Escuela para idiotas, trad. de Margarita Estapé, Circulo de lectores, Barcelona 1994.
Id., Lollide kool, tõlkinud Rein Saluri, Eesti raamat, Tallinn 2005.
Id., La scuola degli sciocchi, trad. di Margherita Crepax, Salani, Milano 2007.
Id., A School for Fools, translated by Alexander Boguslawski, New York Review Books, New York 2015.

BIBLIOGRAFIA:
AA.VV., «Canadian-American Slavic Studies», n. XXI (3-4), 1987 [volume monografico dedicato all’opera sokoloviana].
AA.VV., «Canadian-American Slavic Studies», n. XL (2-4), 2006 [volume monografico dedicato all’opera sokoloviana].
A. Boguslawski, Translator’s Note; Notes, in S. Sokolov, A School for Fools, translated by A. Boguslawski, New York Review Books, New York 2015, pp. VII-IX; pp. 179-191.
M. Caramitti, Strategie autofinzionali in Sinjavskij, Sokolov e Venedikt Erofeev, tesi di dottorato, Università di Roma “La Sapienza”, 2001.
J. Freedman, Memory, Imagination and the Liberating Force of Literature in Sasha Sokolov’s A School for Fools, in «Canadian-American Slavic Studies», n. XXI (3-4), 1987, pp. 265-278.
F. Ingold, Škola dlja durakov. Versuch über Saša Sokolov, in «Wiener Slawistischer Almanach», n. 3, 1979, pp. 93-124.
D.B. Johnson, A Structural Analysis of Sasha Sokolov’s School for Fools: A Paradigmatic Novel, in Birnbaum H., Eekman T. (eds.) Fiction and Drama in Eastern and Southeastern Europe: Evolution and Experiment in the Postwar Period, Slavica, Columbus 1980, pp. 207-237.
D.B. Johnson, Sasha Sokolov: A Literary Biography, in «Canadian-American Slavic Studies», n. XXI (3-4), 1987, pp. 203-230.
M. Lipoveckij, Mifologija metamorfoz: Poetika Školy dlja durakov Saši Sokolova, in «Oktjabr’», n. 7, 1995, pp. 183-192.
I. Marchesini, Il personaggio scontornato in Škola dlja durakov. Dal romanzo di Saša Sokolov agli adattamenti teatrali, in «Between», n. II (4), 2012, pp. 1-19.
O. Matich, Sasha Sokolov and His Literary Context, in «Canadian-American Slavic Studies», n. XXI (3-4), 1987, pp. 301-319.
A. Suslov, Te, kto prišli, in «Posev», n. 5, 1977, pp. 59-60.
P. Vajl’, A. Genis, Uroki Školy dlja durakov: O romane Saši Sokolova, in «Literaturnoe obozrenie», n. 1, 1993, pp. 13-16.
A. Vavulina, Saša Sokolov: Osobennosti chronotopa v Škole dlja durakov, in «Canadian-American Slavic Studies», n. XL (2-4), 2006, pp. 251-278.
G. Witte, Text als Spiel – Saša Sokolovs Škola dlja durakov, in Id., Appell – Spiel – Ritual. Textpraktiken in der russischen Literatur der sechziger bis achtziger Jahre, Harassowitz, Wiesbaden 1989, pp. 93-144.

[Martina Napolitano]
[scheda aggiornata al 5 febbraio 2020]