GRUPPO 63

GRUPPO 63

DATE:
1963-1969

LUOGO:
Palermo, Milano, Roma

PROMOTORI:
Nanni Balestrini, Renato Barilli, Fausto Curi, Umberto Eco, Alfredo Giuliani, Angelo Guglielmi, Elio Pagliarani, Antonio Porta, Edoardo Sanguineti.

PARTECIPANTI:
Di seguito l’elenco di coloro che, a vario titolo, hanno partecipato ai convegni e/o a iniziative editoriali del Gruppo: Luciano Anceschi, Alberto Arbasino, Nanni Balestrini, Renato Barilli, Achille Bonito Oliva, Nanni Cagnone, Gianni Celati, Giorgio Celli, Alice Ceresa, Furio Colombo, Corrado Costa, Fausto Curi, Guido Davico Bonino, Oreste del Buono, Roberto Di Marco, Gillo Dorfles, Umberto Eco, Giordano Falzoni, Enrico Filippini, Alfredo Giuliani, Alberto Gozzi, Luigi Gozzi, Angelo Guglielmi, Francesco Leonetti, Germano Lombardi, Luigi Malerba, Giorgio Manganelli, Giancarlo Marmori, Marina Mizzau, Giulia Niccolai, Rossana Ombres, Nico Orengo, Elio Pagliarani, Renato Pedio, Michele Perriera, Lamberto Pignotti, Antonio Porta, Angelo Maria Ripellino, Edoardo Sanguineti, Giuliano Scabia, Adriano Spatola, Aldo Tagliaferri, Gaetano Testa, Gian Pio Torricelli, Carla Vasio, Sebastiano Vassalli, Patrizia Vicinelli, Cesare Vivaldi.

CONVEGNI:
3-8 ottobre 1963, Palermo
1-3 novembre 1964, Reggio Emilia
3-6 settembre 1965, Palermo
10-12 giugno 1966, La Spezia
26-28 maggio 1967, Fano

RIVISTE:
«il verri» (1956-in corso, Milano, Modena, Bologna), «Marcatrè» (1963-1970, Genova, Roma, Milano), «Malebolge» (1964-1967, Reggio Emilia), «Grammatica» (1964-1976, Roma), «Quindici» (1967-1969, Roma).

CASE EDITRICI:
All’Insegna del Pesce d’Oro (Milano), Bompiani (Milano), Edizioni del Verri (Bologna, Milano), Einaudi (Torino), Feltrinelli (Milano), Mursia (Milano), Rusconi e Paolazzi (Milano), Scheiwiller (Milano).

DESCRIZIONE:
Il Gruppo 63 rappresenta il principale gruppo di Neoavanguardia in Italia nel secondo Novecento e nasce come espressione di un nuovo “movimento” letterario che si era raccolto attorno alla rivista «il verri» – fondata da Luciano Anceschi nel 1956 – e già manifestatosi con l’uscita nel 1961 dell’antologia poetica I Novissimi per Rusconi e Paolazzi. L’antologia raccoglie testi di Alfredo Giuliani, Antonio Porta, Elio Pagliarani, Edoardo Sanguineti e Nanni Balestrini, i quali avranno un ruolo determinante nella costituzione del Gruppo assieme a Umberto Eco, Renato Barilli, Angelo Guglielmi e molti altri. Viene fondato a Palermo con il primo convegno, nel 1963, che riunisce un folto numero di giovani letterati con l’intento di avanzare nuove proposte di poetica e di discuterle secondo un modello collegiale di lavoro che si ispira al tedesco Gruppo 47. Al primo seguono altri quattro convegni, fino al 1967, all’interno dei quali viene affrontato il problema dell’istituzione di una nuova forma di comunicazione letteraria e promossa l’apertura del panorama culturale italiano rispetto alle novità provenienti dall’ambito internazionale, con particolare riferimento alle nuove forme del romanzo promosse dal Nouveau roman e dallo stesso Gruppo 47. Di particolare rilievo in questo senso è il terzo convegno, dedicato al romanzo sperimentale, tenutosi a Palermo nel 1965 (si veda Gruppo 63. Il romanzo sperimentale, a cura di N. Balestrini, Bompiani, Milano 2013). Oltre ai convegni, i partecipanti si impegnano nella pubblicazione di antologie di testi letterari (si veda in particolare Gruppo 63. La nuova letteratura, a cura di Nanni Balestrini e Alfredo Giuliani, edita da Feltrinelli nel 1964), e di interventi di critica e teoria che assumono una importanza fondamentale nell’ottica di una stretta correlazione tra poetica e pratica di scrittura; i più rilevanti in questo senso sono raccolti nel volume Gruppo 63. Critica e teoria a cura di Renato Barilli e Angelo Guglielmi, edito nel 1976 da Feltrinelli. Il lavoro del Gruppo viene condotto prevalentemente in un’ottica interdisciplinare alla ricerca di percorsi inediti di intersezione tra le arti; non è infatti un caso che il primo e il terzo convegno vengano ospitati all’interno delle Settimane di Nuova Musica di Palermo ed è significativa la presenza agli incontri del Gruppo di artisti visivi, come Achille Perilli, Gastone Novelli e Gianfranco Baruchello, musicisti, come Vittorio Gelmetti, e uomini di teatro, come Giuseppe Bartolucci, con i quali i letterati realizzano vari eventi culturali, mostre e spettacoli teatrali, e intraprendono diverse iniziative editoriali. Durante il convegno del 1963 viene realizzato il primo spettacolo teatrale collettivo in cui vengono presentate undici brevi pièce degli autori del Gruppo per la regia di Luigi Gozzi e Ken Dewey, con la scenografia di Perilli, che assumono a tratti caratteristiche vicine all’happening; vengono inoltre presentati i video sperimentali di Baruchello e Alberto Grifi, in cui la tecnica di montaggio rimanda per le molte similarità alla strategia compositiva dei Novissimi. Tra i numerosi spettacoli teatrali collettivi si devono ricordare quello avvenuto in occasione del convegno del 1965, messo in scena da Carlo Quartucci, uno dei maggiori esponenti dell’avanguardia teatrale del periodo – il Nuovo Teatro – e quelli allestiti dell’artista Toti Scjaloia e del regista Piero Panza nel 1964 a Berlino e nel 1965 a Roma sotto il nome di Compagnia dei Novissimi. Di estremo rilievo sono inoltre le opere di teatro musicale realizzate da Sanguineti in collaborazione con il musicista Luciano Berio, come Laborintus II nel 1968, e Mutazioni, realizzato da Balestrini in collaborazione con Perilli e il musicista Vittorio Fellegara nel 1965. L’attenzione verso l’elemento performativo nella pratica artistica e letteraria è motivata dalla necessità di stimolare un maggiore coinvolgimento del pubblico e al contempo una predisposizione critica nei confronti della realtà, con l’obiettivo di opporsi all’effetto ipnotico dei meccanismi di rappresentazione utilizzati dai mass media; ciò è testimoniato anche da esperimenti collettivi interdisciplinari non propriamente teatrali, ma ispirati alla pratica scenica, come ad esempio Teatro delle mostre, realizzata tra gli altri da Balestrini, Bonito Oliva, Niccolai e dal musicista Sylvano Bussotti alla Galleria La Tartaruga di Roma nel maggio 1968, e l’allestimento del padiglione introduttivo alla Triennale di Milano del 1964, realizzato tra gli altri da Eco, Barilli, Perilli, dall’architetto Vittorio Gregotti e del pittore Enrico Baj. Esemplificativa di un’impostazione interdisciplinare risulta inoltre la sperimentazione nel campo verbo-visivo di Balestrini, Porta, Giuliani, Spatola, Pignotti e altri membri del Gruppo che si manifesta nella mostra di poesie visive svoltasi in contemporanea al convegno di Reggio Emilia nel 1964 e nelle numerose partecipazioni agli aventi del Gruppo 70, di cui lo stesso Pignotti è membro fondatore. L’impostazione interdisciplinare del Gruppo è inoltre verificabile nella linea editoriale delle riviste fondate dai suoi membri, «Marcatrè», «Malebolge», «Grammatica» e «Quindici», alle quali collaborano attivamente diversi artisti e nelle quali il discorso letterario si intreccia strettamente a quello delle altre discipline. La politica culturale perseguita dal Gruppo attraverso le opere e esplicata nella produzione teorica è basata su una strategia di dissenso nei confronti dell’establishment culturale e dei meccanismi di mercato. Attraverso lo straniamento delle forme letterarie e artistiche tradizionali, nelle opere degli autori del Gruppo viene effettuata un’azione fortemente demistificatoria nei confronti dei meccanismi rappresentativi dettati dall’ideologia spettacolare del neocapitalismo, così come del discorso persuasivo e politicizzato che, all’insegna dell’impegno dell’intellettuale, caratterizza il Neorealismo, dominante culturale del periodo. L’obiettivo è scardinare l’orizzonte d’attesa del pubblico proponendo al contempo una nuova forma di comunicazione estetica che renda il fruitore parte attiva nella realizzazione dell’opera e che funzioni come un vero e proprio stimolo alla modificazione della realtà, secondo il modello sistematizzato da Eco in Opera aperta (Bompiani, Milano 1962). L’opera letteraria vuole porsi in questo modo come un prodotto artistico inassimilabile dall’industria culturale e portatore di una istanza contestativa nei confronti della logica capitalistica; tuttavia, come avverte Sanguineti nel saggio Sopra l’avanguardia (in E. Sanguineti, Ideologia e linguaggio, Feltrinelli, Milano 1965), la protesta contro il mercato si accompagna ineludibilmente alla consapevolezza dell’impossibilità di situare la produzione estetica al di fuori del mercato, poiché esso stesso ne costituisce la ragione strutturale. Ne consegue l’abbandono delle strategie “incendiarie” delle avanguardie storiche e con esse l’utopia di una possibilità di opposizione radicale rispetto al sistema stesso. Ciò si riflette sul piano espressivo nell’apertura nei confronti della cultura di massa, in modo tuttavia da mantenere una posizione costantemente critica nei confronti del sistema culturale. Sul piano operativo, invece, il Gruppo 63 propone un’opposizione che sfrutta i mezzi e gli strumenti offerti dal sistema stesso, atteggiamenti che portano a un superamento dell’alternativa tra apocalittici e integrati, secondo quanto prospettato da Eco (U. Eco, Apocalittici e integrati, Bompiani, Milano 1964). In questo senso si devono leggere i rapporti lavorativi che si sviluppano con alcune case editrici: Sanguineti, Manganelli e Achille Bonito Oliva dirigono per l’Einaudi la serie rossa della collana «La ricerca letteraria», Umberto Eco lavora per anni presso la Bompiani, mentre Filippini, Balestrini e Antonio Riva – riconosciuti come i principali ideatori del Gruppo – dirigono le collane «Materiali», interamente dedicata alla Neoavanguardia, «Le Comete» e «I Narratori» grazie alle quali Feltrinelli diventa il maggior promotore editoriale del Gruppo 63. Tra le altre case editrici che hanno fornito al Gruppo un supporto sono da ricordare Scheiwiller – con le collane «Poesia Novissima», che presenta esclusivamente opere del Gruppo, «Critica di Letteratura e Arte» e «Denarratori» – e Mursia, che nella collana «Civiltà letteraria del Novecento» accoglie i saggi di critica letteraria di Anceschi, Sanguineti, Barilli e Curi. Si deve inoltre considerare la presenza di molti dei membri del Gruppo nelle fila della RAI e di alcune delle maggiori riviste e dei principali quotidiani del periodo, come il «Corriere della Sera», «L’Espresso» e «Paese sera», nonché in alcune delle maggiori Università italiane in qualità di docenti. Il programma del Gruppo 63 viene messo in discussione dai detrattori proprio sulla base del rapporto molto stretto con l’industria culturale e giudicato come un’operazione elitaria che non vuole avere una reale influenza politica, ma approdare unicamente a una scalata ai vertici dell’establishment. Davanti alle critiche il Gruppo difende il proprio operato come un’azione di rivoluzione letteraria, sul piano delle sovrastrutture, e rivendica il proprio ruolo di vigilanza critica sulla realtà in attesa di un vero e proprio rivolgimento politico. La strategia del Gruppo si modifica tuttavia nel senso della ricerca di un intervento più diretto nella realtà sociale e di vicinanza ai movimenti provenienti dal “basso” in concomitanza con i mutamenti politici che preludono al Sessantotto; il cambiamento si esprime nel 1967 con la fondazione della rivista «Quindici», che diviene da un lato terreno di incontro del Gruppo d’avanguardia con le forze del movimento giovanile, dall’altra luogo di scontro tra le istanze dell’autonomia e dell’eteronomia artistica che caratterizzano il dibattito al suo interno. Nel 1969 il Gruppo si divide sulle questioni riguardanti l’intervento politico diretto e il rapporto con i movimenti, decretando la chiusura di «Quindici» e con essa la fine del Gruppo stesso. Al Gruppo 63 si deve riconoscere il merito di essere stato in un certo senso catalizzatore di molte delle pratiche in cui si realizza la comunione tra obiettivi estetici e politici che comporranno l’insieme dei movimenti di dissenso negli anni successivi. Un sicuro ponte di congiunzione tra l’esperienza della Neoavanguardia e il movimento è invece stabilito dall’attività di uno degli esponenti politicamente più impegnati del Gruppo, Nanni Balestrini, che si farà interprete delle istanze del movimento con opere come Vogliamo tutto (Feltrinelli, Milano 1971) e diventerà in seguito, grazie al volume L’orda d’oro scritto con Primo Moroni (SugarCo, Milano 1988), uno dei “biografi” più accreditati dell’ondata contestativa che attraversa gli anni Sessanta e Settanta.

BIBLIOGRAFIA:
Sull’attività e sulla storia del Gruppo 63 si rimanda a R. Barilli, La neoavanguardia italiana. Dalla nascita del “Verri” alla fine di “Quindici”, Manni, Lecce 2006, e F. Muzzioli, Il Gruppo 63: istruzioni per la lettura, Odradek, Roma 2013. Sulla strategia culturale del Gruppo si segnalano in particolare: E. Sanguineti, Ideologia e linguaggio (1965), Milano, Feltrinelli 2001; Quindici. Una rivista e il Sessantotto, a cura di N. Balestrini, Feltrinelli, Milano 2008; U. Eco, Apocalittici e integrati (1964), Bompiani, Milano 2016. Per la produzione verbo-visiva degli autori si rimanda in particolare a Antologia del possibile, a cura di G. Novelli, All’Insegna del Pesce d’Oro, Milano 1962; N. Balestrini, Con gli occhi del linguaggio, Fondazione Mudima, Milano 2006 e A. Porta, Poesia in forma di cosa. Opere 1959-1964, a cura di R. P. Lield, Edizioni del Foglio Clandestino, s.l. 2012.

 

[Giovanna Lo Monaco]
[scheda aggiornata al 12 novembre 2018]