RE NUDO

RE NUDO

DATA INIZIO:
Novembre 1970

DATA FINE:
In corso

LUOGO:
Milano

DIRETTORE:
Andrea Valcarenghi

REDAZIONE:
Gianni Emilio Simonetti, Andrea Valcarenghi, Marina Valcarenghi, Guido Vivi.

PRINCIPALI COLLABORATORI:
Giorgio Cerquetti, Dinni Cesoni, Gianni De Martino, Valerio Diotto, Dario Fo, Marco Fumagalli, Fabio Malcovati, Gianfranco Manfredi, Sante Notarnicola, Roberto Pieraccini, Claudio Rocchi, Gian Emilio Simonetti, Michele Straniero, Andrea Valcarenghi, Marina Valcarenghi, Piero Verni, Massimo Villa, Guido Vivi, Giuseppe Zambon.

DESCRIZIONE:
«Re Nudo» è la rivista più longeva dell’underground italiano e rappresenta una delle più note e significative espressioni della controcultura dagli anni successivi alla contestazione sessantottina fino all’esplosione del Settantasette. Nasce a Milano su iniziativa di Andrea Valcarenghi, Guido Vivi e Michele Straniero; Valcarenghi, ex membro del gruppo provo Onda verde, sarà direttore e principale responsabile della linea editoriale della rivista per tutta la sua durata. Il n. 0 del novembre del 1970 viene pubblicato come supplemento al numero 19 di «Lotta Continua» e presenta in copertina il disegno di un ragazzo hippie sovrapposto al testo della favola Gli abiti nuovi dell’imperatore di Andersen, conosciuta come la favola del “Re nudo”, da cui è tratto il titolo della rivista. Il direttore responsabile ai sensi di legge è Marco Pannella, che tuttavia non ricopre incarichi effettivi all’interno della redazione; dal n. 6 del 1971 «Re Nudo» ha un proprio direttore responsabile, Marina Valcarenghi, sorella di Andrea. La grafica essenziale e il formato inconsueto, di grandi dimensioni, vengono ideati da Gianni Emilio Simonetti, appartenente all’area situazionista italiana e, in seguito, direttore della casa editrice Arcana. Il secondo numero, indicato come n. 1, viene pubblicato nel dicembre 1970. La rivista mantiene una periodicità mensile, per lo più regolare, fino alla chiusura e vede il susseguirsi di due serie: la prima va dal n. 0 fino al n. 34 del 1975, la seconda, che presenta un formato ridotto in A4 e un maggior numero di pagine, dal n. 35 fino all’ultimo, il n. 92 del novembre del 1980. La storia della rivista è segnata da tre scissioni all’interno della redazione, ma la più significativa è sicuramente la prima, che si verifica ad opera dell’ala situazionista dopo l’uscita del n. 5 del 1971. Con questo numero «Re Nudo» – che già dall’inizio delle pubblicazioni vende circa 10.000 copie ad ogni uscita – comincia a ospitare al suo interno la pubblicità di prodotti legati al movimento, soprattutto dischi musicali, per ottenere il finanziamento necessario alla stampa e incrementare la distribuzione. Tale decisione mette tuttavia in discussione l’autonomia delle scelte editoriali e, come evidenzia Alessandro Bertante, rappresenta una resa di fronte al sistema di mercato, assieme a una sorta di tradimento del principio dell’autoproduzione che contraddistingue il circuito underground (cfr. A. Bertante, Re Nudo. Underground e rivoluzione nelle pagine di una rivista, NDA press, Rimini 2005, p. 65). Contrari al finanziamento esterno e fortemente critici rispetto alla linea editoriale, Simonetti e Vivi – che nella fase iniziale affianca Valcarenghi nella direzione – tentano un sabotaggio della rivista con il concorso di altri membri della redazione pubblicando un numero clandestino, il n. 6 intitolato Colpo di mano! (1971), che, secondo la strategia situazionista della truffa mediatica, ricalca contenuti e forme dell’edizione regolare in modo da confondere il lettore, che si ritrova davanti a due fascicoli del giornale con la stessa numerazione. Al “colpo di mano” Valcarenghi reagisce con la denuncia legale per furto di testata. Dopo la defezione di Simonetti e Vivi, «Re Nudo» prosegue la sua attività mettendo da parte tematiche e strategie situazioniste, ma anche altri elementi di continuità con le riviste dei movimenti beat e provo della fine degli anni Sessanta che l’avevano caratterizzata nella fase iniziale, mostrandosi in questo modo sensibile ai cambiamenti avvenuti nella composizione e nell’orientamento ideologico e culturale dei movimenti di dissenso. Con l’intento di allargare l’ambito di intervento oltre la sfera culturale e di svolgere un ruolo attivo nella prassi politica, la redazione tenta di porsi come un nuovo soggetto rivoluzionario e promuove la nascita di un gruppo politico con il nome di Pantere Bianche, ideato sul modello di quelle americane. Il programma del gruppo viene esposto nel supplemento ai numeri 9 del 1971 e 10 del 1972, intitolato per l’appunto «Pantere Bianche». L’impresa si arresta tuttavia sul nascere, a causa dei limiti imposti dalla presenza della pubblicità sulla rivista, che obbliga al “rispetto” dalla legge del mercato e ad abbandonare il progetto politico di aperta avversione al sistema capitalistico. Negli anni successivi la redazione di «Re Nudo» realizza alcune delle iniziative controculturali più rilevanti del decennio, che sono da intendersi come parte integrante del progetto culturale e politico portato avanti dalla rivista e che fanno dell’esperienza di «Re Nudo» un laboratorio attivo e estremamente partecipato di cultura alternativa. In primo luogo si deve ricordare l’organizzazione dei principali pop festival del periodo – tra cui il famoso raduno di Parco Lambro a Milano svoltosi dal 1974 al 1976 – ideati nell’ottica di una riappropriazione degli spazi e della trasformazione del tempo libero in tempo liberato da parte dei giovani. Un’altra iniziativa di rilievo è la creazione, nel 1972, di un vero e proprio centro di cultura underground in via Maroncelli n. 14 a Milano, dove si trasferisce la stessa redazione e vengono organizzati concerti musicali, una cineteca, performance e spettacoli teatrali, ma anche un mercatino e una free clinic. La qualità degli argomenti trattati nel corso del tempo è estremamente rappresentativa dei temi sociali, delle correnti culturali e delle linee ideologiche che si intersecano durante gli anni Settanta negli ambienti della controcultura, tempestivamente rilevati e discussi dalla rivista. Tra i principali contenuti compaiono gli interventi sul movement americano, che si pone inizialmente come un modello di riferimento, ma che in seguito viene profondamente messo in discussione in un’ottica marxista. La parte riservata alla politica nazionale – che acquisisce rapidamente maggiore importanza rispetto a quella internazionale – è dedicata alla controinformazione e alla denuncia delle istituzioni repressive, con particolare riferimento a carceri e manicomi. Si deve ricordare in questo senso la presenza tra i collaboratori di Sante Notarnicola, condannato al carcere per omicidio e rapina, autore del romanzo L’evasione impossibile (1972) – pubblicato da Feltrinelli nella collana “Franchi Narratori” diretta da Nanni Balestrini – che diventa presto una delle figure “simboliche” delle realtà antagoniste. Costante attenzione viene inoltre riservata a tutte le situazioni di marginalità sociale, a partire da quella dei tossicodipendenti. In questo senso è da ricordare la collaborazione di «Re Nudo» con l’organizzazione SIMA (Servizi Istituto Mass Media Art) – fondata nel 1968 da Guido Blumir e Ignazio Maria Gallino – che si occupa delle influenze dell’uso di sostanze psichedeliche sulla produzione artistica, ma anche di assistenza medico-legale ai tossicodipendenti. Il tema dell’uso di droga come esperienza positiva in un’ottica controculturale è uno dei più frequenti sulla rivista, ma alla metà degli anni Settanta la redazione assume un atteggiamento fortemente critico riguardo al consumo di eroina, avviando una profonda riflessione sugli effetti narcotizzanti e annichilenti della sostanza, considerati del tutto funzionali alla logica capitalistica. La svolta redazionale sull’argomento si verifica in seguito a una retata della polizia che obbliga alla chiusura della sede di via Maroncelli nel 1974 – motivata dal sospetto di attività di spaccio al suo interno rivelatosi in seguito infondato -, ma anche dalla costatazione del “degrado morale” cui conduce la sostanza, osservato durante gli stessi festival di «Re Nudo» a Parco Lambro. All’insegna del nesso tra personale e politico la rivista si fa inoltre portavoce delle istanze degli omosessuali e, soprattutto, del movimento femminista, sin dai primi numeri. Altre categorie sociali che trovano ampio spazio sulle pagine della rivista sono i giovani abitanti delle periferie e i disoccupati, specie in concomitanza con la nascita dei Circoli del Proletariato Giovanile nell’hinterland milanese, ai quali «Re Nudo» tenta di avvicinarsi – senza successo – con l’obiettivo di radicare ulteriormente la propria azione sul territorio. Una certa rilevanza viene affidata anche alla letteratura e al teatro; si ricorda in questo senso la presenza di alcune poesie di Notarnicola, (n. 0), di un estratto da Vogliamo tutto di Balestrini (n. 9), di alcune interviste agli autori della beat generation, di un brano tratto da Morte di un anarchico defenestrato di Dario Fo (n. 0) e di alcuni interventi sul teatro d’avanguardia internazionale. È soprattutto la musica pop, tuttavia, a occupare regolarmente le pagine di «Re Nudo» con numerosissimi interventi sulla musica alternativa, i pop festival e il circuito di produzione musicale indipendente. Sono costantemente presenti, inoltre, quasi a completare lo spettro delle forme creative utilizzate dai movimenti di dissenso, delle pagine a fumetti – spesso anonime, come del resto la maggior parte degli interventi in rivista – che si riallacciano alla tradizione del détournement situazionista e alla tendenza satirica di molte riviste underground sorte nel periodo. «Re Nudo» stringe anche una collaborazione con la redazione di «A/traverso» per cercare di istaurare un rapporto con le forze dell’Autonomia. A differenza della sperimentazione creativa sul linguaggio propugnata dalla rivista bolognese, «Re Nudo» si dirige tuttavia verso la ricerca di un linguaggio estremamente comunicativo e comprensibile, rivolgendosi di preferenza a un pubblico costituito da giovani proletari, nel tentativo di porsi in opposizione rispetto al settarismo dei gruppi politici extraparlamentari e all’elitarismo delle avanguardie artistiche. Il proletariato giovanile è individuato, sin dai primi numeri, come destinatario della rivista e soggetto politico di riferimento della strategia da essa propugnata, volta a coniugare la tradizione marxista con il mondo della cultura underground, recuperando, come spiega Bertante, le istanze controculturali che avevano caratterizzato la fine degli anni Sessanta rielaborandole in un’ottica rivoluzionaria (cfr. A. Bertante, Re Nudo, cit., p. 14). Il problema della politicizzazione dell’underground rimane in realtà il nodo irrisolto e il “cruccio” della rivista per tutta la prima serie e la questione determina continui cambi di rotta riguardo alla direzione politica e la linea editoriale. Uno dei maggiori meriti riconosciuti a «Re Nudo» è tuttavia quello di aver stimolato un dibattito ampio e approfondito sulla cultura underground in rapporto alla questione ideologica e politica, non soltanto attraverso i numerosi editoriali in cui Valcarenghi si sofferma sul tema e i molti interventi riguardo ai sistemi alternativi di produzione culturale, ma anche con l’organizzazione del primo convegno dedicato all’argomento – intitolato Oltre l’underground e tenutosi a Milano nel 1973 – ideato per radunare e stimolare al confronto le varie realtà della controcultura del periodo. La rivista si pone in effetti programmaticamente come una sorta di collettore dei soggetti controculturali e extraparlamentari che attraversano il decennio, nel tentativo di unire le lotte e di far convergere obiettivi culturali e politici, tenendo insieme, sulle proprie pagine, realtà a volte estremamente distanti tra loro. Se da un lato la rivista si dimostra aperta verso le manifestazioni di dissenso che vertono su strategie estetiche e che di fatto comporranno la cosiddetta “ala creativa” del movimento del Settantasette, allo stesso tempo riserva infatti ampio spazio alle manifestazioni di violenza politica, accogliendo, ad esempio, i primi comunicati delle Brigate Rosse (n. 4) e interventi di altri gruppi politici armati, italiani e internazionali, come i Weather Underground (nn. 1, 4 e 32), gruppo rivoluzionario statunitense che ha una grossa influenza sulla politica della rivista. Tra i gruppi extraparlamentari del decennio, è sicuramente Lotta Continua, invece, a rappresentare il soggetto più vicino alla rivista. Nel 1975 la redazione di «Re Nudo» avverte la fine di un’esperienza, in base ad alcune delusioni – la chiusura della sede in via Maroncelli e i problemi con la polizia e i partecipanti verificatisi durante i festival a Parco Lambro – e alla constatazione dei profondi mutamenti generazionali avvenuti all’interno dei movimenti, che fanno apparire la rivista come esponente di strategie e ideologie superate. Si verifica di conseguenza la svolta redazionale che dà avvio alla seconda serie, completamente incentrata sulle tematiche mistiche derivate dalla religione settaria del guru Rajneesh, di cui Valcarenghi diventa seguace. Nel 1996 Valcarenghi riedita la testata – tutt’oggi attiva – in collaborazione con alcuni dei protagonisti della prima stagione, tra cui Claudio Rocchi e Franco Battiato, proponendo argomenti relativi all’ecologia e alla ricerca spirituale, ma nella memoria collettiva «Re Nudo» si identifica di fatto con la prima serie degli anni Settanta, che ha segnato profondamente le vicende della controcultura italiana.

BIBLIOGRAFIA:
La storia, la linea editoriale della rivista e le iniziative intraprese dalla redazione sono descritti e analizzati da Alessandro Bertante in Re Nudo. Underground e rivoluzione nelle pagine di una rivista, NDA press, Rimini 2005; una rassegna dei contenuti dei numeri e dei supplementi della prima serie è inoltre disponibile sul sito www.stampamusicale.altervista.org (26-11-2018). Sulla storia della rivista si veda tuttavia anche l’efficace sintesi di Francesco Ciaponi in Underground. Ascesa e declino di un’altra editoria, Costa e Nolan, Milano 2007; si rimanda inoltre a A. Valcareghi, Underground a pugno chiuso, a cura di S. Casilio, NDA press, Rimini 2007 e al sito www.renudo.it (04-12-2018).

 

[Giovanna Lo Monaco]
[scheda aggiornata al 13 gennaio 2019]