Circoli Proletari Giovanili

Circoli Proletari Giovanili

DATE:
1975-1977

LUOGO:
Milano

DESCRIZIONE:
I Circoli proletari giovanili sorgono a Milano a partire dall’autunno del 1975, concentrandosi nelle zone periferiche della città; alla fine del 1976 se ne contano circa 50 in tutta Milano. Si tratta di luoghi di varia natura – come una chiesa sconsacrata, fabbriche e cinema dismessi, ville e casali abbandonati, un vecchio casello daziario, etc. – che vengono occupati dai giovani che compongono il cosiddetto proletariato giovanile, per lo più operai, disoccupati e, in minima parte, studenti. I Circoli nascono dall’esigenza di creare un’alternativa all’emarginazione e alla disgregazione sociale che si verificano nei desolati quartieri dell’hinterland e nelle periferie, ponendosi come luoghi di incontro, di scambio di esperienze e di attività culturali. Rispondono inoltre all’esigenza di molti giovani di trovare una casa, donando loro la possibilità di emanciparsi dalla famiglia d’origine, ma anche di liberarsi dalla costrizione sociale alla formazione di una propria famiglia, intesa in senso tradizionale. Le occupazioni si organizzano tra loro attraverso un coordinamento, utilizzato per elaborare strategie comuni contro la repressione dalle forze dell’ordine, per realizzare interventi collettivi e come occasioni di dibattito e confronto. Tra le iniziative più rilevanti si deve ricordare l’impegno costante dei Circoli contro la diffusione dell’eroina e l’emarginazione sociale dei tossicodipendenti – su cui si concentrano diverse riunioni del coordinamento, trasformatesi in sedute di autocoscienza – nella convinzione che la lotta all’eroina si fa creando alternative di vita, offrendo cioè non soltanto un sostegno medico-sanitario, ma anche una rete sociale e una possibilità di “espressione” ai singoli individui. Uno dei principali obiettivi culturali e politici dei Circoli è la riappropriazione del tempo libero – governato da logiche economiche al pari di tutti gli altri ambiti della vita – e la sua trasformazione in “tempo liberato”, attraverso la promozione di attività creative e ricreative autogestite. All’interno degli stabili occupati vengono infatti realizzati concerti musicali, spettacoli teatrali, feste, attività artigianali e sportive; le pareti, interne e esterne, vengono ricoperte di murales e si lascia libero sfogo alla creatività collettiva nell’“allestimento” spazi. La comunicazione e l’informazione sono veicolate da fogli periodici autoprodotti come «Viola» e «Wow», in cui si verifica la sperimentazione di nuovi linguaggi verbali e visivi, in linea con le esperienze esoeditoriali dei movimenti controculturali del periodo. Sono di estrema rilevanza le iniziative portate avanti in merito alla produzione e al consumo della cultura da parte delle masse: i Circoli reclamano infatti l’espropriazione della cultura dalle mani della borghesia e del sistema economico e il diritto per tutti al possesso della tecnica dell’arte. In questo senso viene effettuata una grande campagna per la riduzione del biglietto del cinema, per contestare il sistema della grande distribuzione, e viene chiesta alle istituzioni l’apertura di «scuole di arte, recitazione, mimo, conoscenza del proprio corpo, di musica, di pittura, di ceramica, di artigianato» (Sarà un risotto che vi seppellirà. Materiali di lotta dei Circoli proletari giovanili di Milano, Squilibri, Milano 1977, p. 68) diffuse sul territorio, in modo da rendere accessibili a tutti le tecniche della produzione culturale. Per i giovani dei Circoli le feste costituiscono momenti importanti di comunicazione e sperimentazione di nuovi rapporti sociali, ma si connotano anche come fatto politico, nell’intento di unire creatività e militanza. Dalle serate nei centri occupati la festa si sposta nelle strade, in special modo a partire dalla festa di Primavera del 21 marzo 1976, organizzata dai Circoli assieme ai collettivi di «Re Nudo» e Il pane e le rose, che vede un susseguirsi continuo di musica, balli popolari del Sud, spettacoli teatrali, dibattiti e giochi per bambini nel parco retrostante al Castello Sforzesco, e che segna l’inizio di un’ondata di feste in tutta la città, organizzate con l’obiettivo di riappropriarsi degli spazi urbani. Il 27 e 28 novembre 1976 i Circoli organizzano un grande Happening nazionale del proletariato giovanile presso l’Università Statale, due giorni di giochi, discussione e musica, durante i quali si svolge il “convegno” dei circoli. Il volantino che annuncia l’evento – che rappresenta una grande ascia e riporta la scritta “Abbiamo dissotterrato l’ascia di guerra” – è considerato una delle prime “apparizioni” di quelli che di lì a breve saranno noti come Indiani metropolitani. La strategia di militanza dei Circoli comprende anche atti di una certa violenza, come le ronde proletarie e gli espropri, giustificati in un’ottica di opposizione alla violenza e alla coercizione esercitate dal sistema economico e sociale sugli individui, ma anche di resistenza alle dure misure repressive delle forze dell’ordine contro il movimento. È da ricordare a questo proposito l’episodio che ha reso noti i Circoli, anche a livello internazionale, ovvero l’“assalto alla Scala” compiuto durante la prima del 7 dicembre 1976, per protestare contro il prezzo esoso del biglietto, conclusosi con un duro scontro con le forze dell’ordine. I Circoli vengono riconosciuti come la prima manifestazione del movimento del Settantasette, non solo per una precedenza in senso cronologico, ma anche perché si sviluppano in nuce, al loro interno, le due anime che comporranno il movimento del Settantasette, l’ala creativa e quella violenta. Nell’evoluzione dei movimenti controculturali italiani essi rappresentano inoltre un’importante antecedente per numerose altre esperienze, soprattutto per i centri sociali occupati degli anni Ottanta e Novanta, diffusi in tutta Italia, che sotto molti aspetti si pongono come eredi diretti dei Circoli.

BIBLIOGRAFIA:
Per una storia dettagliata dei Circoli e la definizione dei loro obiettivi culturali e politici si rimanda a Sarà un risotto che vi seppellirà. Materiali di lotta dei Circoli proletari giovanili di Milano, Squilibri, Milano 1977, a cura degli stessi Circoli; si veda anche M. Monicelli, L’ultrasinistra in Italia: 1968-1978, Laterza, Bari 1978. Gli atti del convegno dei Circoli del 1976 sono contenuti in appendice a G. Martignoni, S. Morandini, Il diritto all’odio: dentro, fuori, ai bordi dell’area dell’autonomia, Bertani, Verona 1977.

 

[Giovanna Lo Monaco]
[scheda aggiornata al 16 aprile 2019]