Giancarlo Vigorelli

Giancarlo Vigorelli

Nella foto, scattata a Firenze nel marzo 1962, 
Giancarlo Vigorelli insieme alla scrittrice Christiane Roquefort.
Dal libro Così tante vite. Il novecento di Giancarlo Vigorelli, Mattioli 1885, 2007.

 

Giancarlo Vigorelli
(Milano, 1913 – Pietrasanta, 2005)

 

DESCRIZIONE:
Scrittore, giornalista, critico letterario si laurea all’Università Cattolica di Milano con una tesi su André Gide, qui diventa inizialmente assistente del prof. Luigi Sorrento. Dalla metà degli anni Trenta collabora con le riviste «Il Frontespizio», «Corrente», «Letteratura», «Primato», «Campo di Marte», «Prospettive» diretta da Curzio Malaparte. È in contatto con Vittorio Sereni, Carlo Emilio Gadda, Carlo Bo e i poeti ermetici.  Durante la guerra è accusato di antifascismo e destituito dagli incarichi scolastici. Nel settembre 1943 fugge in Svizzera e si rifugia a Lugano, dove collabora al «Corriere del Ticino» e al «Giornale del Popolo». Recensisce E. Montale e G.B. Angioletti. Rientrato a Milano, nel dopoguerra fonda «Il Corriere Lombardo», lavora per «Oggi», «L’Europeo», «Costume». Negli anni Cinquanta-Settanta si trasferisce a Roma, qui si dedica a una frenetica attività giornalistica e critica letteraria. La sua saggistica spazia da Manzoni a Prezzolini, fino a includere un profilo del Presidente della Repubblica Gronchi: battaglie di ieri e di oggi (1956). Riceve diversi riconoscimenti, stringe amicizia, tra gli altri, con Pier Paolo Pasolini che sostiene sin dagli esordi letterari. Cura gli ultimi scritti di Curzio Malaparte, dal titolo  Io in Cina e in Russia (1958), la traduzione italiana di Viktor Nekrasov, Sovietico in Italia (1960). Nel tempo, dirige riviste e testate giornalistiche, tra cui «Giovedì», «Momento» «Settimana Incom» e, soprattutto, «L’Europa letteraria» di cui è anche ideatore e fondatore. Nell’ottobre 1958 aveva sposato con entusiasmo l’idea di Giovan Battista Angioletti di fondare la Comunità europea degli scrittori (ComES), nato allo scopo di superare le divisioni politiche e ideologiche che impedivano un aperto dialogo tra le letterature europee.  Vigorelli si distingue per il suo ruolo instancabile di ponte tra le diverse letterature europee, nell’editoria ma anche per il suo interesse nell’attualità artistica e cinematografica. Non a caso ricopre la carica di vicepresidente dell’Istituto Luce e dal 1965 è presidente dell’ILTE (Industria libraria tipografica editrice). Con «L’Europa letteraria», negli anni 1960-1965, Giancarlo Vigorelli crea l’organo di stampa ufficiale della Comunità europea degli scrittori. Sulla rivista sono pubblicati i bollettini della ComES e trovano spazio diverse voci della letteratura d’oltre cortina, includendo molti autori ufficiali dei Paesi socialisti, ma anche diverse voci poi definite del dissenso. Dopo la morte di Angioletti, avvenuta nel 1961, nelle vesti di segretario generale, Vigorelli assume un ruolo centrale nella conduzione della ComES, affiancato da Giuseppe Ungaretti. L’Europa letteraria» è invece condotta insieme a Domenico Javarone (fino al 1963) e, successivamente, con Davide Lajolo. Negli anni Sessanta, Vigorelli stringe maggiormente i rapporti con rappresentanti dell’Unione degli scrittori sovietici, Aleksej Surkov e Konstanti Fedin, ma apre un canale di dialogo privilegiato anche con la rivista letteraria di stampo liberale «Novyj mir» diretta da Aleksandr Tvardovskij. Organizza i convegni della Comunità europea degli scrittori, su tutti si distinguono le iniziative di Firenze nel marzo 1962, Leningrado nell’agosto del 1963, Belgrado nell’aprile del 1965. Sulle pagine dell’«L’Europa letteraria», tra gli altri trovano spazio le recensioni e le traduzioni di V. Chlebnikov, V. Majakovskij, M. Cvetaeva, B. Sluckij, B. Achmadulina, E. Evtušenko, A. Voznesenskij, V. Aksenov, V. Nekrasov, L. Martynov, D. Granin, M. Šolochov, I. Ėrenburg, B. Pasternak, A. Solženicyn e A. Achmatova, nonché i critici letterari N. Čukovskij, M. Bažan, K. Zelinskij. Molte sono le traduzioni condotte dagli emergenti slavisti A. M. Ripellino, V. Strada, P. Zveteremich, C. Riccio. Sulla pagine della  rivista hanno grande risonanza il caso Pasternak, la difesa di Solženicyn, il caso mediatico di Anna Achmatova. Con Achmatova, Vigorelli mostra tutta la sua abilità diplomatica, quando pubblica su «L’Europa letteraria», in esclusiva I miei incontri con Modigliani e molti testi poetici della poetessa. Nel corso del 1963 persuade Chruščev a rilasciare il visto ad Achmatova, in occasione del conferimento del premio Etna-Taormina del 1964. Il viaggio italiano di Anna Achmatova rappresenta il maggior successo di Vigorelli e della ComES. L’impegno di Vigorelli sul fronte sovietico trova ulteriore risonanza con il caso Sinjavskij-Daniėl’ del 1965-1966. Nell’aprile 1966, il suo viaggio a Mosca e il tentativo di mediazione con le autorità sovietiche, in qualità di Segretario generale ComES, non sortisce gli effetti sperati, ma  produce una grande attenzione mediatica internazionale verso le sorti dei due scrittori. Vigorelli interviene a più riprese in difesa di diversi dissidenti. Nel 1968 è a Praga durante l’invasione delle truppe del Patto di Varsavia. La ComES come atto di protesta interrompe la propria attività. Vigorelli smette i panni di Segretario generale. Nel 1969, scrive la prefazione a Praga non tace (Guanda, Parma), antologia della protesta cecoslovacca a un anno dall’occupazione. Sempre nel 1969, pubblica sulla rivista «Il Dramma», in esclusiva mondiale, l’inedito di Pasternak La bellezza cieca e ne cura, assieme alla figlia Vivalda, l’adattamento cinematografico. Successivamente prende posizione in difesa di Aleksandr Solženicyn. Inizia la sua battaglia, che si protrarrà per un decennio, con il manifesto della ComES firmato insieme al presidente Giuseppe Ungaretti e da altri 120 scrittori. In questa occasione Vigorelli subisce un pesante attacco da parte sovietica, pubblicato sulle colonne di «Literaturnaja gazeta», nel novembre 1970. È un testo diffamante la sua persona e la Comunità degli scrittori europei che indica la rottura definitiva dei rapporti con le istituzioni sovietiche e la fine anche del dialogo auspicato e, in parte realizzato, nel decennio precedente.  Nei decenni successivi le sue attenzioni al blocco socialista sono rivolte anche alle arti figurative. In Occidente incontra diversi autori dell’emigrazione, tra cui V. Nekrasov. Nel clima di distensione della glaznost’ gorbacioviana, riallaccia i rapporti con la letteratura sovietica, incontra autori come Čingiz Ajtmatov e Jurij Nagibin e sul finire degli anni Ottanta ambisce anche a ricostituire la Comunità degli scrittori europei, ma il progetto non si realizza. Nelle varie raccolte di saggi, tra cui Il gesuita proibito (1963), La terrazza dei pensieri (1967), Diario europeo (1977), Carte d’identità (1989) Manzoni pro e contro (1976), emerge solo in minima parte il lavoro instancabile di ricezione e di dialogo con le diverse espressioni e figure letterarie dell’epoca, che hanno contraddistinto Giancarlo Vigorelli come uno dei più importanti mediatori culturali del suo tempo. La biblioteca privata con oltre 40.000 volumi di cui oltre tremila pubblicazioni possedute in lingua russa, ne danno ulteriore testimonianza.

 

BIBLIOGRAFIA:
G. Vigorelli, Diario europeo, 2 voll., Sei, Milano, 1977.
G. Vigorelli, Diario moscovita. Appunti sul dispotismo russo, a cura di G. Giannelli, Milano, Mimesis, 2014.
M. Sabbatini, Dicembre 1964. Anna Achmatova in Italia, Un caso di diplomazia culturale, in «eSamizdat», n. IX, 2012-2013, pp. 63-76.

 

[Marco Sabbatini]
[scheda aggiornata al 31 maggio 2019]