Puzz

Puzz

DATA INIZIO:
Aprile 1971

DATA FINE:
Giugno 1976

LUOGO:
Milano

DIRETTORE:
Max Capa

PRINCIPALI COLLABORATORI:
Walter Accornero, Renzo Angolani, Gruppo Art beton (Parigi), Max Capa [Nino Armando Ceronetti], Massimo Capotorto, Pietro Carneluti, Giorgio Cesarano, Riccardo D’Este, Claudio D’Ettore, Marco Galli, Sergio Ghirardi, Roberto Ginosa, Matteo Guarnaccia, Enzo Jannuzzi, Claudio Mellana, Dino Meo, Antonio Meo, Gianni Milano, Graziano Origa, Giancarlo Pavanello, Maurizio  Pedrinella, Poppi Ranchetti, Gianni Emilio Simonetti, Collettivo Situazione Creativa, Tiger Tatheisci, Giorgio [Giò] Tavaglione, Umberto Tiboni, Laura Turchet, Maurizio [Mizio] Turchet.

DESCRIZIONE:
«Puzz. Controgiornale di sballofumetti» è la prima rivista di fumetti underground autoprodotta in Italia. Viene fondata nel 1971 a Milano dal disegnatore Max Capa e il primo numero viene pubblicato come inserto di «Humour» (n. 12, 1971); a partire dal secondo numero la rivista viene prodotta dagli stessi autori e pubblicata come supplemento di Stampa Alternativa, come molte altre riviste del periodo, per aggirare le leggi sulle stampa. Max Capa si occupa della direzione e dell’editing della rivista, presentandosi come il vero deus ex machina dell’operazione. Con periodicità irregolare vengono pubblicati 21 numeri, fino al giugno del 1976, e una serie cospicua di fogli paralleli, ovvero numeri unici realizzati dagli stessi collaboratori, che sono da considerarsi come delle “proliferazioni” di «Puzz». La stampa viene realizzata con mezzi poveri, come l’off-sett o l’eliografia; il formato e il numero di copie sono variabili e la rivista viene distribuita principalmente a mano. Le collaborazioni sono numerosissime e coinvolgono disegnatori, autori e gruppi della controcultura italiana – specie dell’area milanese – e internazionale, riguardando in particolar modo molti autori francesi. Tra i principali collaboratori si trovano Matteo Guarnaccia, uno dei maggiori disegnatori dell’underground e ideatore di «Insekten Sekte»; Renzo Angolani e Poppi Ranchetti, due delle firme più assidue delle riviste beat della fine degli anni Sessanta, come «Mondo beat» e «Pianeta fresco»; Claudio Mellana, che in seguito si specializzerà nella satira politica, e Graziano Origa, tra i più importanti autori e promotori del fumetto in Italia. La particolarità dei fumetti e dell’impostazione grafica rende «Puzz» una delle espressioni più originali e significative della produzione underground. I disegni e i contenuti della rivista sono di forte ispirazione situazionista, specie nei primi numeri, dove si trovano intere pagine di fumetti realizzati secondo la tecnica del détournement; i disegni risentono inoltre della profonda influenza delle avanguardie storiche, in particolare del Dadaismo, e della pop art. La composizione dei panel segue procedimenti di tipo collagistico e non è determinata da una sceneggiatura prestabilita; sono anzi i testi ad adattarsi alle sequenze, spesso disordinate, dei disegni. Le storie raccontate nelle tavole di «Puzz» sono surreali, improntate al non sense e incentrate su una critica radicale nei confronti della società contemporanea, che si concretizza, in primo luogo, proprio nelle forme espressive elaborate. A tal proposito gli autori creano la definizione di fumetti critici, intesi come fumetti «che cercano di sviluppare la critica alle radici dell’esistente capitalistico, dunque, sono anche autocritici» (Elogio della curiosità, in Manuale del piccolo provocatore. I banali fumetti di “Puzz”, Ottaviano 1976, s.p.). La strategia della rivista consiste, infatti, nell’infrazione di ogni convenzione di genere, spinta, soprattutto negli ultimi numeri, verso la distruzione del fumetto stesso, con l’obiettivo di contestare le logiche d’evasione che caratterizzano il fumetto commerciale e le “facili” narrazioni utilizzate come meccanismi di intrattenimento dai mass media. La rivista contiene inoltre alcuni interventi di carattere politico e filosofico, che, al pari dei disegni, comunicano una forte “carica” rivoluzionaria e promuovono la liberazione della creatività e del desiderio; è evidente, in questo senso, l’influenza del Situazionismo e di Debord, ma anche delle teorie di Deleuze e Guattari. Tuttavia, sia sul versante visivo che su quello verbale, le soluzioni adottate risultano spesso difficilmente fruibili dai lettori e il linguaggio utilizzato viene giudicato “contorto” e “ostico”. Le scelte espressive, condotte nel segno della contestazione delle norme della comunicazione, si conformano in maniera del tutto consequenziale rispetto all’estremo negazionismo – così definito al tempo – che viene promosso sulle pagine della rivista, che si applica a qualunque ambito dell’esistenza come negazione radicale di ogni forma di condizionamento sociale e contro qualunque ideologia, convenzione o etichetta, comprese quelle nate nell’ambito della controcultura: da qui il rifiuto, da parte di «Puzz», della stessa etichetta di “underground”. Tra i numeri unici realizzati da «Puzz» si deve menzionare «Poesia Metropolitana / Gatti Selvaggi» (novembre 1975), nato dalla collaborazione con i gruppi delle due riviste eponime milanesi; con la rivista dei Gatti selvaggi «Puzz» pubblicherà in tutto quattro numeri tra il 1974 e il 1975. I Gatti selvaggi sono un gruppo politico strettamente collegato al gruppo di «Puzz» – tanto da poterli considerare quasi come sua “emanazione” nel campo della pratica politica – così come altri gruppi milanesi tra cui il Nucleo informale Puzz, il Nucleo autonomo di Quarto Oggiaro e il Collettivo informale di situazione creativa. Tra i numeri unici si ricordano anche «Contro la noia, l’ovvio, il sacrificio, il presente. Comunismo e ideologia» (settembre 1975); «Situazione creativa» (giugno 1974), «Robota nervoso. Fantascienza e socialità» (due numeri tra il 1976 e il 1977), e «Lampi d’amore di una macchina da cucire per un ombrello rosso su un tavolo anatomico ricoperto di fiori» (1972), realizzato dallo stesso Capa, il cui titolo rappresenta un evidente omaggio al Surrealismo e in cui si approfondiscono problemi riguardanti l’arte del fumetto. A cura della redazione di «Puzz» vengono inoltre pubblicati diversi albi a fumetti collettanei come Il manuale del piccolo provocatore. I banali fumetti di “Puzz” (1976) e Le magie del multirobot capitale: una favola fantascientifica (1976), entrambi presso la casa editrice Ottaviano. Dal n. 21 la rivista cambia il titolo in «Provocazione», ma la qualità dei disegni e l’impostazione mutano sensibilmente, decretando in sostanza la fine dell’esperienza. Trasferitosi in Francia, Capa continua tuttavia ad utilizzare il nome di Puzz come una sorta di “marchio” distintivo della propria opera nell’ambito di numerose iniziative e per il titolo del suo blog. Tra i meriti di «Puzz», si deve riconoscere quello di aver dato avvio a una grande proliferazione di riviste ad esso ispirate e di aver rappresentato un punto di svolta nello sviluppo del fumetto underground, ma la rivista ha soprattutto segnato l’immaginario dei giovani che comporranno la cosiddetta “ala creativa” del movimento del Settantasette e che si ritroveranno nel novero degli Indiani metropolitani.

BIBLIOGRAFIA:
Per la storia della rivista, una panoramica sui contenuti e alcune testimonianze in merito si rimanda in particolare a Autori vari (realizzazione atelier Capa), Puzz & Co (1971-‘78…1991), Monografia illustrata di una disfatta riuscita, Nautilus, Torino 2003, che contiene anche un elenco dei numeri pubblicati, compresi i numeri unici, e dei collaboratori che, a vario titolo, hanno preso parte ai lavori della rivista. Si veda inoltre il rapido resoconto sulla storia di «Puzz» effettuato da Francesco Ciaponi in Underground. Ascesa e declino di un’altra editoria, Costa & Nolan, Milano 2007; sull’importanza di «Puzz» nella storia delle riviste underground di fumetti si veda M. Mordente, Le riviste italiane di fumetto underground anni Settanta, in https://www.fumettologica.it/ (09/05/2019). Per ulteriori approfondimenti si rimanda infine al blog di Max Capa, www.puzz.it (09/05/2019).

 

[Giovanna Lo Monaco]
[scheda aggiornata al 9 maggio 2019]