[bollettino] Chronika

[bollettino] Chronika

Chronika tekuščich sobytij (ChTS)
[Cronaca degli avvenimenti correnti]

 

DATA INIZIO:
30 aprile 1968

DATA FINE:
31 dicembre 1982

LUOGO DI EDIZIONE:
Mosca

PROMOTORI:
Natal’ja Gorbanevskaja

FASCICOLI: 65 vypuski

REDATTORI:
Natal’ja Gorbanevskaja, Jurij Šichanovič, Leonid Vul’, Boris Smuškevič, Aleksandr Daniėl’, Anatolyj Jakobson (1969-1972: vv. 11-27), Sergej Kovalev (1972-1974: vv. 24-33), Tat’jana Velikanova (1975-1979: vv. 35-53), Aleksandr Lavut (1974-1980: vv. 31-55).

DESCRIZIONE:
La «Cronaca degli avvenimenti correnti» (più avanti «Cronaca») fu un bollettino dattiloscritto uscito dal 30 aprile 1968 al 31 dicembre 1982 in 65 fascicoli di lunghezza variabile con cadenza pressoché bimestrale. Solo pochi numeri videro la luce ogni tre mesi; tra il dicembre 1972 e il luglio 1973 fu pubblicato un unico numero a causa di alcuni arresti. Le date riportate sui fascicoli non indicavano le date di uscita, ma quelle in cui venivano raccolte le notizie. I primi numeri furono messi in circolazione qualche giorno dopo la data indicata, mentre gli ultimi, per ragioni legate alla loro lunghezza, potevano essere diffusi dopo qualche mese. Il numero 59 del 15 novembre 1980 è ancora inedito: esso fu requisito insieme a tutti i materiali preparatori nell’appartamento del filologo Leonid Vul’, uno dei redattori.

Vocazione principale del periodico, divenuto di fatto l’organo dei movimenti impegnati nella difesa dei diritti in Unione Sovietica, fu registrare fatti ed eventi non riportati dalla stampa ufficiale e riguardanti processi politici, proteste civili, appelli dei movimenti contro la violazione dei diritti e la violenza nel Gulag all’interno dello spazio geografico sovietico. Visto l’intento informativo, le pagine del bollettino non ospitavano mai commenti alle notizie, ma registravano oggettivamente i fatti avvenuti.

I redattori di «Cronaca» non dichiararono mai apertamente la loro identità (il bollettino fu redatto in forma anonima), sebbene prima redattrice risultò la poetessa Natal’ja Gorbanevskaja a cui seguirono Jurij Šichanovič, Leonid Vul’, Boris Smuškevič e Aleksandr Daniėl. È probabile, inoltre, che il terzo numero dell’agosto 1968 abbia visto la partecipazione attiva di Il’ja Gabaj e della moglie Galina.

Fu di Gorbanevskaja l’idea di dare rilevanza alla battaglia per i diritti civili attraverso il sottotitolo di ciascun fascicolo: con la dicitura «God prav čeloveka v Sovetskom Sojuze» (Anno dei diritti dell’uomo in Unione Sovietica) i primi 5 numeri ricordavano la celebrazione del 1968 come anno internazionale dei diritti umani e l’anniversario della dichiarazione internazionale firmata nel 1948. Gli stessi 5 numeri dettero spazio alle notizie e agli aggiornamenti sui processi a Jurij Galanskov, Aleksandr Ginzburg, Aleksej Dobrovol’skij e Vera Laškova, così come i successivi fino al n. 11 del dicembre 1969 (dal n. 6 al n. 11 il titolo cambiò in «God prav čeloveka v Sovetskom Sojuze prodolžaetsja», L’anno dei diritti dell’uomo in Unione Sovietica continua). Dal dicembre 1969 l’ondata di arresti che coinvolse Gorbanevskaja (costretta alla reclusione psichiatrica e accusata di collaborare alla preparazione e/o diffusione della «Cronaca»), Gabriėl’ Superfin, Sergej Kovalev, Aleksandr Gavut e Tat’jana Velikanova, dette impulso a una nuova battaglia in favore dei diritti dell’uomo nei confini nazionali intrapresa da Cronaca. Dal febbraio 1970 (n. 12) all’ottobre 1972 (n. 27), infatti, il sottotitolo del bollettino intese dare rilievo ai movimenti in difesa delle libertà civili e fu per questo modificato in «Dviženie v zaščitu prav čeloveka v Sovetskom Sojuze prodolžaetsja» (Il movimento in difesa dei diritti dell’uomo in Unione Sovietica continua).
In seguito all’apertura del cosiddetto «Delo n. 24» (Caso n. 24), il fascicolo che accusava la «Cronaca» di fare da sponda a molti attivisti antisovietici (anche stranieri come il corrispondente del «Times» David Bonavia), il sottotitolo cambiò nuovamente e dal dicembre 1972 al dicembre 1976 (nn. 27-43) divenne «Vystuplenija v zaščitu prav čeloveka v Sovetskom Sojuze prodolžajutsja» (Gli interventi in difesa dei diritti dell’uomo in Unione Sovietica). Proprio del «Caso n. 24» la «Cronaca» dette conto nei numeri 28 (dicembre 1972) e 29 (luglio 1973) e documentò la serie di perquisizioni, sorvegliamenti e arresti di personalità quali Irina Belogorodskaja, Andrej Sacharov, Leonid Pljušč’, Petr Jakir e Viktor Krasin (il 1° settembre 1973 questi ultimi due furono condannati a tre anni di lager e tre di confino). Infine, il titolo si trasformò ancora una volta – dal marzo 1977 (n. 44) fino al termine della pubblicazione – in «Bor’ba za prava čeloveka v Sovetskom Sojuze prodolžaetsja» (La lotta per i diritti dell’uomo in Unione Sovietica continua).

Oltre al sottotitolo, una modalità utilizzata per marcare l’identità del periodico fu rappresentata dalla pubblicazione di un’epigrafe con cui si apriva ciascun numero: si trattava dell’art. 19 della dichiarazione universale dei diritti umani sulla libertà di opinione e di espressione.

I contenuti della «Cronaca» erano divisi in due sezioni. La prima parte raccoglieva informazioni dettagliate sui singoli avvenimenti; la seconda era rappresentata da alcune rubriche tematiche costanti come, fra le altre, «Aresty, obyski, doprosy» (Arresti, perquisizioni, interrogatori), «Vnesudebnye presledovanija» (Persecuzioni extragiudiziali), «V tjur’mach i lagerjach» (Nelle prigioni e nei lager”), «Novosti samizdata» (Notizie del samizdat), «Kratkie soobščenija» (Brevi comunicazioni) e «Ispravlenija i dopolnenija» (Modifiche e aggiunte).

Il primo numero del 30 aprile 1968 riportò le notizie sul processo politico a Galanskov, Ginzburg, Dobrovol’skij e Laškova (processo che sarebbe dovuto iniziare l’11 dicembre, rimandato al gennaio 1968) e dedicò spazio ai dati biografici degli accusati, nonché alle successive proteste civili che denunciavano la violazione dei diritti civili e la mancata trasparenza da parte delle autorità, le successive persecuzioni, gli arresti (si pubblicò l’elenco degli arrestati con una loro breve biografia), i lavori forzati e la prigionia non solo detentiva, ma anche psichiatrica.

Da un punto di vista geografico, le informazioni contenute nel primo numero riguardarono Mosca, Leningrado, Kiev, Novosibirsk e i campi in Mordovia, ma gradualmente si estesero ad altre zone come Gor’kij, Rjazan’, Odessa, Solikamsk, L’vov e Taškent e ad aree della Cecoslovacchia, Ucraina, Lituania, Estonia e Armenia.

Fra le varie notizie trattate nel n. 52 (1° marzo 1979) spiccò il caso dell’almanacco «MetrOpol’» (si guardi l’articolo anonimo Ob al’manache Metropol’, Sull’almanacco Metropol’); si riportarono le dure sanzioni a cui furono costretti i suoi promotori, gli scrittori Vasilij Aksenov, Viktor Erofeev, Andrej Bitov, Evgenij Popov e Fazil’ Iskander.
La «Cronaca» venne interamente ristampata all’estero e tradotta in inglese negli anni fra il 1969 e il 1983 (uno dei principali promotori fu Peter Reddaway). In Italia uscì nel 1978 a cura di Piero Sinatti per la casa editrice Vallecchi.

 

NOTE:
La schedatura è stata condotta sulla base della collezione disponibile su http://hts.memo.ru (03/2018).

BIBLIOGRAFIA:
L. Alekseeva, Istorija inakomyslija v SSSR, Vest’, Moskva 1992, pp. 11, 12, 27.
M. Clementi, Delo n. 24 in Id., Storia del dissenso sovietico, Odradek Edizioni, Roma 2007, pp. 175-183.
A. Gullotta, Il samizdat e il tema della repressione sovietica: una ricostruzione storica tra criticità e punti di domanda in «eSamizdat» 2010-0 (VIII), http://www.esamizdat.it/rivista/2010-2011/pdf/gullotta_eS_2010-2011_(VIII).pdf 04/2018
P. Reddaway, Introduction in Id. (ed. by), Uncensored Russia. The Human Rights Movement in the Soviet Union, Jonathan Cape, London 1972, pp. 15-42.
V. Parisi, Il lettore eccedente. Edizioni periodiche del samizdat sovietico. 1956-1990, Il Mulino, Bologna 2013, pp. 73, 386, 387.
P. Sinatti, Il dissenso in URSS nell’epoca di Breznev: antologia della «Cronaca degli avvenimenti correnti», Vallecchi, Firenze 1978.
M. Zalambani, Censura, istituzioni e politica letteraria in URSS (1964-1985), FUP, Firenze 2009, pp. 49-86, 205.

 

[Giuseppina Larocca]
[scheda aggiornata al 9 aprile 2018]